Da Bach a Gigi D’Agostino

Non importa quali e quanti ninnoli riceviate in regalo quando il vostro bebé è appena venuto al mondo. Non importa che melodie riproducano. La mia esperienza mi ha insegnato che, con il passare del tempo, quella musichina (Bach, “Sheep May Safely Graze”), che all’inizio funzionava come nuovo metodo per fare addormentare il pupotto, si arriva a odiarla istintivamente. Me la sono immaginata piu di una volta, nel silenzio della notte, quando altri pensieri mi levavano il sonno e non c’era ninna nanna che mi aiutasse a riportarmi fra le braccia di Morfeo.

Con T. siamo da poco usciti da una lunga fase nella quale nel bel mezzo della notte, accendeva il suo proiettore di luci e canzoni della Chicco per riaddormentarsi all’istante. Oramai, dopo immaginarmi le suddette melodie, le subivo davvero, in lontananza.

Sulla questione dei gusti musicali che il marito benevolo ed io cerchiamo di trasmettere ai nostri figli avevo già riflettuto in passato, ma l’argomento è complesso e in costante trasformazione, perché, come avevo già osservato, nelle preferenze musicali dei nostri figli influiscono altri fattori, esterni all’ambito famigliare.

Mi sono però sentita spiazzata, confusa e forse anche orgogliosa la scorsa domenica mattina, quando T., che si sveglia sempre prima di noi altri, seduta sul divano con il suo bambolotto, ha iniziato a canticchiare “L’amour toujours” di Gigi D’Agostino.

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